Sono appena uscita – in ritardo – dall’edicola con la mia copia cartacea del Corriere della Sera.
Come accaduto in occasione dei 40 anni di La Repubblica, anche oggi, appena ho avuto tra le mani il giornale che ripercorre le tappe dei 140 anni di vita del Corriere, mi sono emozionata.
Non ci sta proprio niente da fare: sono una vecchia nostalgica della carta e ho un debole per la storia del giornalismo. Io mi impegno a essere moderna e al passo con i tempi. Ma poi, quando accadono queste cose, mi rendo conto di quanto i miei sforzi di essere moderna e digitale si mostrino vani. Adesso, esattamente come accaduto qualche tempo fa, mi sento felice come i bambini all’uscita dalle edicole con un bel pacco di figurine in mano.
Vi riporto un solo passaggio dell’editoriale del primo numero del Corriere per rimarcare la sua incredibile attualità: “... ci piace essere obiettivi; ci piace ricordarci che tu, pubblico, non ti interessi che mediocramente ai nostri odi e ai nostri amori; che vuoi anzitutto essere informato con esattezza; ci piace serbare, di fronte ai nostri amici migliori, la nostra libertà di giudizio, e anche, se vuolsi, il diritto di frondismo ch’è il sale del giornalismo“.
Appendiamo nelle redazioni dei giornali un foglio con questa scritta; fissiamo per bene il concetto nella nostra mente. Riprendiamoci il sale del giornalismo e il sapore della “missione” di informare che altrimenti si svuota sempre di più del suo senso originale.
Torno alla mia lettura. Non prima di aver augurato al Corriere buon centoquarantesimo compleanno!
Corriere della sera, buon 140esimo compleanno!
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