Siamo alla perenne ricerca di annunci di lavoro, perché negarlo. A me era capitato nei giorni scorsi di imbattermi in un post che annunciava la selezione di laureati in comunicazione con esperienza. Ho letto il post e mi sono detta con tanta amarezza: ecco qualcun altro che cerca un comunicatore esperto e vuole pagarlo meno di un collaboratore domestico (senza togliere niente a loro, sia chiaro: la guerra dei poveri non porta mai a nulla di costruttivo).
Poi, tramite Datamediahub, mi sono imbattuta in questo post. E ho capito una cosa fondamentale: non dobbiamo mai smettere di denunciare pubblicamente queste situazioni.
Io, purtroppo o per fortuna – proprio come la ragazza che ha inviato la segnalazione alla prof.ssa Cosenza – non smetto di indignarmi di fronte a queste “proposte” di lavoro. Non smetterò fino a quando non sarà chiaro a tutti che la comunicazione si paga, che – proprio perché oggi comunicare è fondamentale – non si può chiedere esperienza in comunicazione e iscrizione all’Ordine con una paga netta che supera di poco i cinque euro all’ora. E poi, scusate, si pagano meglio i volontari del servizio civile che i laureati e giornalisti con esperienza in comunicazione?
Deve essere chiaro a tutti che la comunicazione è un lavoro, una professione, non un hobby. Ecco perché mi arrabbio quando qualcuno mi dice: io scrivo e comunico per hobby. Ma quale hobby? Vai in palestra, piuttosto! Però faccio anche una considerazione amara: quando saremo in grado – noi comunicatori – di metterci insieme e portare avanti una battaglia per la tutela dei nostri diritti perennemente calpestati?
Lavoro in comunicazione? Sì, per 5 euro all’ora
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